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50 giorni su un piede solo

è questione di equilibrio no? per entrambi. la storia è questa, un giro in moto al ritorno dal mio viaggio, due gelati, un cinema per due. se non fosse per quello stop, per quella buca, per quel “scendo allegramente dalla moto e cado” sul mio piede, che a vederlo subito sembra dotato di un suo peso personale, così fuori luogo. ma pà è coraggioso e determinato, lo rimette subito apposto il piede e che vuol fare, quel che gli pare? ma si vede  che soffre, che gli fa male, si vede cavolo che è rotto e non puoi peggiorare, provare a stare in piedi. Lui è steso per terra e il mio secondo pensiero è che dobbiamo dire addio al cinema, il terzo è che dobbiamo chiamare l’ambulanza e mi accorgo che ci sono già persone che ci danno una mano, telefonano, spostano i caschi, cercano di spostare la moto dal centro della strada, è pesante e io non ce l’avrei mai fatta, anche due vigili si sono dimostrati molto gentili e questa è una novità. Ospedale, attesa, lastre, occhi, gente, infermieri, inservienti, si fà notte, aspettiamo, ghiaccio, aspettiamo, il nostro ragazzo che doveva uscire e ci porta le carte da gioco, ora aspettiamo più volentieri, fra un tresette e un beccaccino. Ecco un altro pensiero…il 18 aprile sul volo per Napoli, sicuramente non ci metteremo piede.

28032009233

ma-rito, vita

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