litigi e lattughe

giorni da botte, botte di parole, sbattute di porta (sulle mie dita), tensioni che non si stemperano. a cominciare dalla colazione, latte o tè? quello che c’è, ci sono tutti e due. allora mi arrangio. ma…e la mia ansia di gheisha? alla prima lascio perdere…poi … non ti sei cambiato la polo? non so dove sono le mie cose (!) da 26 anni nello stesso posto…alla seconda tendo a scattare, …vedi di dire all’imbianchino che il lavoro è fatto male, al muratore che non ha finito e chiama il falegname.  …ecco alla terza urlo proprio! MA PERCHE’ NON LO FAI TU? perchè devo essere io a chiamare, a dire, a brontolare, a sottolineare, a evidenziare e a ripetere? mi sto sul cavolo da sola! gli artigiani vanno seguiti ma non posso essere la sola ad aver diritto alla parola…e dopo tutta una settiamana passata a pulire (ripetiamolo almeno tre volte) ogni pensile che andava rimontato, ogni antina che finalmente ritrovava il suo posto, ogni forchetta che tornava nel cassetto e steso panni, caricato lavatrici, sgomberato casa al mare io…non riesco a lasciar correre…e ritorno a urlare e più urlo, più lui tira fuori gli aculei e ci si mette anche Miki e mi prendono in giro e adesso che lo scrivo e che poi sono costretta a rileggerlo mi sembrano cavolate. e potevo lasciar perdere. e quando urlo sono insopportabile e poi perchè urlo? perchè non mi aiutano in casa…ma non l’hanno mai fatto! la cucina è ancora impacchetata, montata ma non utilizzabile e allora suggerisco a me stessa di cenare con un piatto che questa estate ha fatto furore:

lattuga pere e feta

viva il piatto unico

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