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il coniglio e la trappista

e la prima immagine che mi è venuta in mente scrivendo il titolo è quella di un ragazzo timido pronto a rientrare in se stesso, tirato con forza da una virago sexy vestita e un pò kitsch e,  sapendo che potrei anche costruirci una storia, mi fermo e metto la foto che ha gentilmente scattato lo sparso. sotto tortura.

la birra trappista n8 preparata dai monaci trappisti e comprata dalle monache fiorentine non ha riscosso in casa il sucesso che sicuramente meritava, ma noi siam scarsi bevitori. invece ha davvero dato il meglio di se nella cottura del coniglio che ne ha conservato il sapore e l’aroma. la cottura semplice semplice.

coniglio alla birra

un coniglio a pezzi (o rischiate lo svenimento della vostra metà quando il  macete scende sulla schiena del malcapitato sul tagliere)

aglio due spicchi generosi – alloro due foglie -rosmarino un pugno di aghi spezzettati

una birra trappista

un tegame a fondo spesso. (io uso amc)

comprare il coniglio fresco oggi e cuocerlo sabato.  due giorni in frigorifero frolleranno la carne rendendola tenera senza bisogno di metterla sotto sale.

scaldare il tegame fino a renderlo rovente (fare la prova spruzzo) mettere i pezzi del coniglio a rosolare da entrambe le parti. coprire e lasciare che l’acqua del coniglio fuoriesca.

buttare il sughetto e rimettere sul fuoco a riprendere bollore. mettere a questo punto aglio, alloro rosmarino e sale. dopo poco versare la birra, lasciare evaporare per un paio di minuti e coprire di nuovo abbassando la fiamma. dopo 25/25 minuti io ho spento. non ho sollevato il comperchio e il calore ha continuato a cuocere il coniglio fino alla sera, quando rientrata a casa ho riacceso il fornello, preparato l’insalata, condita, messo tutto su piatto e obbligato lo sparso a far la foto.

la mia metà non ha mangiato coniglio. si era impressionato al taglio. formaggio e senza marmellata di cipolle per favore.

birra, coniglio, dieta, monaci, secondi, spesa, trappisti

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