il conforto delle abitudini (e del riso al curry)

leggo cambiando genere, scrittore e trame seguendo istinti, bibliotecarie e consigli, copertine e titoli. poi mi rimangono sul comodino titoli bellissimi di libri illeggibili, sconfortanti insuccessi e prova evidente che cambiare forse non fa per me. ascolto ogni tipo di musica, metto nel mio ipod rock, folk, rap, hip hop, italiana e latina e finisce che quando voglio davvero ascoltare qualcosa la scelta cade su sting, sui simple red e su quanto della mia gioventù mi ritrovo in playlist. e di nuovo penso che è bellissimo scoprire che il nuovo mi sorprende, ma è così carezzevole tornare ai miei ritmi  soliti e tanto cari. accumulo ricette che voglio provare e fortissimamente voglio, fino a comprare tutti gli ingredienti. ho scatole, quaderni, ritagli, file, cartelle di ricette prese da ogni dove, ambulatori medici, signore di paese, fornai generosi, blog e fantaricette…ma alla fine, ogni giorno, le mie mani finiscono con impastare uova e farina. oppure tagliare piccoli pezzzettini di pollo, infarinarli e passarli in padella con poca cipolla, un bicchiere di vino e un goccio di latte nel quale ho sciolto due cucchiai di curry e dell’esperimento che volevo fare resta la voglia. esattamente come quando sono in pizzeria…leggo tuto il menù, mi incanto su tutte le variabili da ordinare e poi la marinara e la birra piccola…che se non è questa la scelta lo so che poi mi manca. come mi mancherà il camino acceso appena la primavera sarà manifesta. come mi mancherà il pigiama appena rientrata con la solita gara a chi lo infila per primo appena le giornate saranno un poco più lunghe…allora saranno altre abitudini da ritrovare per averne il conforto.

ci ho messo un considerevole periodo di tempo prima di iniziare a preparare il pollo al curry. poi, dopo la prima volta, è entrato a far parte delle mie scelte alimentari costanti. uno di quei piatti che divido con lo sparso quando pà se la dorme. lo servo con riso thai cotto in acqua per assorbimento. io lo mangio con le bacchette o con le mani, nel piatto o nella ciotola. fingendo usi e costumi non miei ma dall’abitudine ormai consolidata. mi piace pensare che in ogni caso, se riuscirò a passare lo scoglio della “prima volta” ogni cosa che non ho la forza di affrontare  mi risulterà facile fino a diventare un’abitudine.

abitudini, curry, pollo, viva il piatto unico

Commenti (18)

  • Che bel piattino, adoro il pollo al curry!!
    E’ vero! La prima volta tutto sembra difficile, e non solo in cucina, ma una volta che ti butti tutto è più semplice e poi vuoi mettere la saddisfazione di averci provato???

    • pondero pondero pondero…io che sono sempre stata istintiva fino all’esagero…probabilmente fatico a cambiare perchè troppe cose mi sono cambiate intorno…l’entusiasmo sta ritornando…speriamo in quello…

  • Ma sai che credo che sia proprio l’essenza del crescere?

    Consolidare ciò che sentiamo come già nostro e che in fondo ci dà sicurezza ed essere aperte al nuovo ma con calma: tanto le radici ci tengono ben salde…

  • mangiare pollo e riso con le mani non scimmiotta costumi altrui, ti mette semplicemente in contatto con altre tue radici che ancora non ri-conosci.
    Come bambini che giocano con la sabbiaa o restano incantati davanti al fuoco senza rendersi conto di quello che il corpo sta regalando all’anima.

    • altre mie radici che toverò? e mi faranno ritrovare? mi capita troppo spesso di non riconoscermi ultimamente. io ancora gioco con la sabbia e resto incantata davanti al fuoco sempre. è il mio rispondere a un bisogno primario. grazie acquaviva.

  • Un titolo bellissimo, che condivido appieno, per un post altrettanto significativo. Mi piacciono le tue riflessioni e il modo in cui le condividi con noi.
    Buona giornata,

    wenny

    p.s.: sono curiosa… ma la fotografia dell’header ritrae te? E’ uno scatto eccellente!

    • wennycara (:-) sono spesso fin troppo permissiva con la parte di me che deve scrivere, a volte gli argini non reggono. e non essere fraintesa è importante. a me piace leggere i vostri commenti e scoprire che non sono solo semplici commenti.
      per rispondere alla tua, si sono io, l’occhio e la mano è quella di mio figlio, lo sparso. cesenatico la scena.
      buona giornata anche a te. silvia

  • e’ sempre bello leggerti ! Mi piace la tua capacita’ di mettere in fila tutte quelle letterine!!!! e sono d’accordo con te e le altre ragazze : a volte non e’ facile osare ma avere radici forti aiuta sempre: baci baci

    • lela ti cercavo e ti pensavo…hai letto il seguito del coniglio? si devo abbattere il muro che mi creo ogni volta che l’albero è ben saldo…e grazie per ogni cosa. sì

  • sono stata un po’ indaffarata ma …certo che l’ho letto e sono sempre piu’ curiosa di sapere dove ci porta questo tuo racconto e gia’ ho il mio film mentale aspetto il seguito della sceneggiatura. baci baci e saluti a michi e a pa

  • è vero provare il nuovo a volte, benchè attiri fortemente, risulta cosi’…impegnativo.
    ed è bello quando il nuovo un po’ cosi’ a sorpresa diventa consolidato e ti arricchisce.
    intanto vedo che non sono l’unica che prepara spesso il pollo al curry e che ama mangiare pietanze esotiche con le bacchette (alle mani non ci son arrivata ancora).
    e vedo anche un’altra amante della marinara, pensavo di essere l’unica per via dell’aglio prepotente…
    la prenderei sempre quando c’è di mezzo una pizza (e non è raro) ma cerco di farlo previo accordo col marito per non gasarlo. XD

    • ma come…i mariti non vanno gasati?…pà oramai è assuefatto per fortuna, anche perchè entrambi adoriamo l’aglio. un’altro piatto che è diventato parte delle mie abitudini è il cuscus. con verdure o con il pesce. ma quello lo mangio solo io…grrr…

  • hai presente la canzone di Guccini “vorrei”? io sto aspettando l’uomo delle radici; l’uomo di ciuffi di parietaria attaccati ai muri.
    il pollo al curry non mi piace. tutto il resto sì.
    tu sai whatwhenwherewho

  • Gnorpo One il pollo al curry me lo ha rubato a forza dal piatto a 10 mesi, lo ha mangito di gusto anche se in men che non si dica aveva le guancette rosse, dal piccante, credo.

    Ma da allora vanno a polpette, pasta e salsicce e quanto prima io un curry glielo rifaccio, così si abituano. Anche se il padre non mangia carne, a lui ci mettero qualcosaltro.

    • intanto mi dichiaro colpevole di contentezza per averti trovata qui. i tuoi gnorpi mi piacciono quanto l’esercito di altre mamme pazzesche. sono abituata a mettere piatti diversi in tavola che i miei due non si incontrano quasi mai…tu non so come faccia…e il piccante bisogna insegnarlo da piccoli!

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