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un po sì e un po’ no

il rumore dell’acqua accompagna i pensieri, le canne, mosse dal vento  suonano la loro canzone, creata per accompagnare le nebbie e per far ritrovare la strada ai gabbiani. la sabbia diventa duna sulla foce e ricca di messaggi portati dal mare si fa scrigno di tesori mai trovati…una muta di neoprene con stivali, due pesciolini di plastica, una papera da richiamo, centinaia di bottiglie di acqua, detersivo, cocacola, birra, varechina; un sandalo, una confezione di pelati che furono, crema da sole, da sola …una delusione cocente come il sole in una domenica in cui avrebbe potuto piovere. mi dispiace, perchè nei miei disegni mentali navigare il delta del po equivaleva a un’esperienza romantica, malinconica e piena di poesia…e invece…la cosa più romantica è stata la faccia sconvolta di pà che, tirato giù dal letto all’alba cercava i miei occhi per avere la conferma che stava vivendo la realtà. il pizzicotto gliel’ho dato. sì, tutto vero. spiaggia di rifiuti, motore assordante, su e giù dalla barca alla terraferma per pranzare.

l’sms diceva: portare antizanzare, crema solare, un telo e un cappellino. navigazione del delta del po. pranzo e ritorno entro sera. un paio di amici e altri conoscenti, sconosciuti, aggregati. il delta del po era nel mio personale elenco di: cosedavedereinunadomenicaqualsiasiprimaopoi. quale occasione migliore? organizzato da altri. dobbiamo solo seguire il gruppo. previdente ho preparato panini per pà che odia il pesce e tutto quello che gli sta intorno. poi il mio cronico ritardo mi ha fatto scordare nell’ordine: il costume (se serve il telo…), la macchina fotografica, (acc…) il telefonino (bene)

si parte dal pontile veneto di porto tolle. la barca è grande, noi siamo una trentina, cielo azzurro, solo leggermente velato, sole sopportabile.  il rumore è assordante. ci dirigiamo alla foce, su un’isola che si raggiunge solo con imbarcazioni, in mare quasi aperto. il faro che si staglia imponente, come imponente è la ciminiera della centrale elettrica. per tutto il giorno poi non mi sembra che il panorama cambi. non me l’aspettavo così. e a piedi sulla sabbia che scotta come mai ho sentito scottare la sabbia, e sulle barche veloci al ritorno, tre da dieci o poco più sempre rumorose ma a tutto gas sull’acqua, l’illusione di un motoscafo. e poi l’auto e la strada a ritroso in un panorama tutto piatto. menù fisso 11 euro. oddio. e l’antipasto (buonino) e il primo (da dimenticare) e il fritto misto davvero buono, anche per me che son difficile sul fritto in genere. ancora auto ancora barca e sul ponte a cercare un paesaggio da foto, a ricercare la mia poesia ma il cielo è troppo uguale al mare e manca il sospiro del fiume. tante macchine fotografiche intorno a me e mi ritrovo a chiedere di poterle guardare, condividendo con la fotografa la necessità di un cielo più mosso. e come se lo avessimo chiesto ecco il nero, la minaccia temporale (sembra un titolo cinematografico) l’ultima riva, finalmente più simile a come me l’aspettavo. ma ancora gabbiani e reperti legnosi che loro si che salvano il delta e via, lasciamo il pò e il temporale che ci ha preceduti e le strade chiuse dagli alberi caduti. lascio il po, il delta e i sogni. lascio il po, bello un po’ si e un po’ no e sicuramente ritornerò per un’escursione in bicicletta. per vedere se pedalando la romantica idea del fiume tornerà a trovarmi. lascio le fotografie di mina, bravissima, che ha avuto il grande merito di inviarmi immagini migliori di quelle viste. che a volte la fotografia rende la realtà più bella.

duna con sopracciglio

“non potrebbe essere la gamba di pinocchio che sbuca dalla sabbia?”

nella lista ci sono mantova, trieste, torino, napolidinuovo, matera e i sassi, trattoria da burde, perugia, veneziancora, sirolo, ancona e salegrosso, siena, casciana bagni, cascate della marmora…spero di non rimaner delusa o almeno di avere accanto una sconosciuta fotografa che mi lasci ricordi bellissimi, da riguardare con gli occhi che dicono grazie. grazie mina. c0ccole?

ndr – ho corretto gli accenti sul po. e sul pò, come mi dice la profe. po fiume maiuscolo e senza accento. è vero. son gnorante. ma per me che non uso le maiuscole veder scritto po…così da solo…mi sembrava misero e gli avevo messo un accento a riempire…per la faccenda del pò-p0′ …tutta colpa della correzione automatica che mi sottolinea la seconda versione come errata. lo dico sempre che non si finisce mai di imparare…

canne, delta del pò, gite, percorsi

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