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cominciamo da parigi

il nostro viaggio in normandia e la serie di cose da dire che si è accumulata nel settore “condividere”

parigi 1988. prima volta. poi parigi 1999, infine parigi 2011. parigi ogni 11 anni. quasi un richiamo. un vaccino. una consolazione. parigi è bellissima. nulla da aggiungere? tappa obbligata per noleggiare auto, per accertare il fatto che la erre parigina mi eccita, per rivedere la zona butte-montmartre dopo averla vissuta con amore 11 anni fa. con amore e 7 punti freschi in testa. parigi per 12 ore all’andata e 12 ore al ritorno. il tempo per girarla a piedi sotto il sole e sull’ orlybus sotto la pioggia. il tempo per scoprire che non ci sono abbastanza posti dove pà possa mangiare e non ci sono abbastanza ore per me per provare tutte le boulangerie. parigi presa per le punte delle matite che avevano segnato due “da non dimenticare”:  i pirottini visti da elga per me, l’apple store per lo sparso. missione compiuta. mi resta l’urgenza di tornarci da curiosa lettrice di blog che hanno liste lunghe di luoghi che “volevo voglio vorrò”  vedere.

sono andata a correre alle 7 ai giardini di lussemburgo. insieme a tanti come me. tre giri del parco. una sosta per lo stretching e gli esercizi a terra. sentirsi parigini per un attimo è un attimo

ho trovato incredibili questi negozi

                                                                                                                                                                       lo speziale

                                                                                                                                                                   il vintage

                                                                                                                                                              la nastreria

                                                                                                                                                             la cappelleria

                                                                                                                                                              la pentoleria

ho trovato una pizza per pà che mi ha evitato diverse soste al  mac e un spezialità alsaziana di cui, ‘gnorante, non avevo mai sentito parlare: flam’s

ho provato il piacere  di sedere fuori da “le pain quotidien”, in rue de montorgueil e gustare un piatto, ridere e commentare i passanti e fotografare il francese tipo: uomo con giornale e baguette. ma anche uomo con 24 ore e baguette, uomo con champagne e baguette, uomo con bambini e baquette.

uomo che mangia baguette, uomo che indossa baguette…e potrei continuare all’infinito. di parigi mi resteranno negli occhi queste immagini, l’eleganza soave delle ragazze, i baci dati, esibiti e fotografati, le ballerine ai piedi, il vento e un traffico inimmaginabile. nenache a napoli. che racconterò.

baguette, ma-rito, mio figlio, parigi, percorsi, pirottini, shopping, viaggi, viaggiare slow, vita

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