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dall’alba al tremonti

in un paese dove la comunione di interessi fa nascere eventi che iniziano all’alba di un sabato, con ragazzi che suonano fra le balle, con giovani manovali che le caricano sui trattori, con architetti che le posizionano in attesa degli spettacoli che verranno; in un paese che muove le menti a inventare bellezza, in un paese che ha inventato la pizza, il gelato e che basta una chitarra per fare serenate

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in questo paese ci incantano i serpenti, ci facciamo suonare da un branco di incompetenti, mettiamo tremonti sopratutto e crediamo che sia disposto a lavorare per noi. quando è così chiaro che sta lavorando solo per loro.

in questo paese io mi sento sempre più lontana da quello che volevo. e questa classe politica mi sta sulle balle. ne ho piene le balle. mi ha rotto le balle

e grazie al caldo che non mi toglie la voglia di mangiare, ai filari di pomodori visti la mattina, ai colori di una bandiera che vorrei meno retorica dedico il pranzo.

friselle:

la ricetta per fare le friselle è quella di lydia, io le ho comprate integrali al banco del salto, troppo pigra per impastare e troppo scarsa con la madre che giace non reattiva.

però suggerisco acqua di ridracoli per bagnarle, pomodori dell’orto della moni per gustarle e basilico del vaso in giardino per compleatare. condire con sale integrale dolce di cervia e olio extravergine di brisighella. io ho provato anche la versione con origano siciliano. devo ancora decidere quale preferire. ne preparerò altre e me le porterò in picnic tra le balle. di notte con la luna, fortuna a noi.

note d’alba musicale a cura dei radadum.

e nota mia finale: ho notato che mai come in questa appariscente classe politica attuale si evidenzino parrucche, parrucconi, toupè e pantegane. stanno cercando di nascondere l’evidenza.

 

anfiteatro delle balle, friselle, governo ladro, musica, viva il piatto unico

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