Skip to main content

la valigia della moglie

si completa 5 minuti prima della partenza. resta vuota e in mezzo alla stanza per tutta la settimana, perchè ogni giorno è quello in cui, devo, fare la valigia. che sia un viaggio di due giorni o 7 non importa, la valigia avrà al suo interno sempre le stesse cose: tutto. la prima cosa che metto sono le scarpe da corsa, poi la tuta da corsa, i calzini(dacorsa) due paia, il reggiseno(dacorsa), la fascia portaifone e le cuffie; poi: aspirina e antinfiammatorio.  un cambio d’abito, due elastici, un cambio stivali. ah il pigiama. non è così scontato. mi sono dimenticata una volta. adesso maipiù. del marito metto: il pigiama, le mutande, i calzini, una tuta. stop. inutile portare altro, perchè lui si attaccherà come una cozza al suo essere quotidiano, con la voglia di tornare in fretta. mi sono sempre dimenticata di portare un rasoio, io non mi faccio la barba, ci avesse pensato lui! e invece. (un ombrello o i k-way, dipende se andiamo in auto o in aereo o in treno) ma nell’ultimo “duegiornifuori” ho messo anche il costume, la cuffietta, gli accappatoi e le ciabattine, che l’albergo non passava altro che il noleggio a 12 euro al giorno.

e abano terme, meraviglia che avevo visto anni fa, (dicorsa) merita una visita, una sosta, una immersione in acque termali e anche una corsa mattutina, a -3, spettacolo di natura attorno.

ma poi padova, che mai avrei pensata così viva, vivace e strusciante. e prato della valle suggestiva di notte, di natale vestita, imponente di giorno e la piazza delle erbe che mi ha solleticata a tal punto da farmici tornare solo per prendere un tramezzino* (uno? 6!) e un bicchiere di vino al bar nazionale, baciati dal sole e dai piccioni. e il pedrocchi, “imparato” grazie a un avventore che spiegava le stanze, la bianca del proiettile, la rossa dei caffè e la verde degli universitari, il primo italiano starbook, che permetteva e permette di sedersi a leggere, studiare e fermarsi a riposare senza l’obbligo di consumare (e si narra che da qui nasca il detto: “essere al verde”) il caffè pedrocchi è sublime, caffè nero caldo, panna fredda, menta, cacao. servito in tazza grande, senza zucchero. non mescoli mi raccomando. beva per saggiare il percorso dal caffè al cacao. la cameriera mi consegna il bricco con la cioccolata calda, la tazza e la panna a parte. e aggiunge un carico di biscottini loison. devo incassare subito, si scusa. le ho fatto lo sconto però. la cortesia abita qui.

*speck, fontina e salsa agli spinaci 4 – spada e cavolo rosso 2 1€80 cadauni, pane bianco morbido, tostato. perfetto. mi sono stretta la mano. ho scelto il locale migliore. me ne accorgo perchè gli altri sono vuoti e la fila fuori sotto al palazzo della ragione non è per ammirare il panorama.

ps1: ci siamo spostati in autobus – abano padova e ritorno che non solo in terre straniere ci sono i mezzi.

ps3: valigia: l’elenco che ho fatto è parte dell’attuale, nel passato avevo necessità di portare molto. puntualmente tornavo con abiti stropicciati che andavano lavati senza essere stati messi. in questo mi sono alleggerita.

ps2: non ho capito a cosa serva stare straiati sui lettini con libri e giornali. al coperto, con l’urleggiar di bambini, dalle 8 di mattina alle 7 di sera, pausa pranzo esclusa. non sono il tipo. io faccio il mio dovere, poi mi muovo. che se non mi muovo muoro.

bar nazionale, caffè pedrocchi, fare la valigia, padova, percorsi, terme di abano, viaggi

Commenti (11)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.