antò, fa presto

17 gennaio sant’antonio abate.  ho confessato da tempo la mia passione per le tradizioni e le ricorrenze che dal passato sono arrivate fino ad oggi

oggi, giornata in cui si vuole che si benedicano gli animali e il cibo a loro destinato, che si accendano falò propiziatori e che si prepari il piatto per la mensa dei poveri.

ma è dal mio ricettario di casa,  che sempre cito, che vi passo la seconda parte dell’ intero menù dedicato a sant’antonio abate anno scorso la cena e quest’anno il pranzo

Menù

Minestre
Risotto imbragato
Pietanze
Cotechino alla campagnuola
Lenticchie alla contadina
Patate passate
Panetti
Formaggi
di vacca, di Reggio E.
Frutta
Fresca e secca
Dolci
Dolce al burro
Castagne al Rhum

Risotto imbragato
Ingredienti: 2 litri di brodo fatto con ossa di maiale e cotechino, grammi 500 di riso, grammi 50 di burro, grammi 100 di formaggio Parmigiano grattato, 3 uova di giornata, un pizzico di noce moscata.
Preparazione
Versare il riso in una pentola in cui il brodo fatto colle ossa di maiale o col cotechino è a bollore. Battere tre uova. Quando il riso è cotto, denso ma non prosciugato, levarlo dal fuoco. Versare le uova battute, il burro, il formaggio grattugiato e il pizzico di noce moscata sopra il riso quando questo è ancora caldissimo. Rimescolare con delicatezza ripetutamente il tutto e servirete in tavola.

Lentiicchie alla contadina
Lessare le lenticchie con acqua piovana perchè diverranno più tenere; scolarle, condirle con sale e pepe e metterle in una casseruola con olio, cipolle e sedano finemente tritati, cotti a parte.
Panetti
Sono piccoli e soffici pani fatti di pasta salata o zuccherata cotta al forno, venivano consumati per devozione nel giorno di Sant’ Antonio Abate. Anche gli animali domestici, come era credenza, beneficiavano dell’assaggio di questo alimento che, secondo la credenza popolare, li preservava dalle malattie.

Castagne al rhum                                                                                                                                   cuocere le castagne arrostite e servirle mondate dalla buccia in una bella tazza piena di rhum

da “Cucinario di una vecchia famiglia nobiliare”. Lugo di Romagna 1985

antonio è oggi
antò fa presto

la benedizione degli animali : una tradizione che deriva dal fatto che l’ordine degli antoniani ottenne il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, perché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di sant’antonio
I falò: Il fuoco, come è noto, rimanda sia agli arcaici riti di transizione (purificatori ed apotropaici) sia i culti dell’antichità. la leggenda narra che antonio sarebbe andato in «missione» all’Inferno (grazie al maialino) per contendere al demonio le anime di alcuni peccatori e laggiù avrebbe rubato il fuoco accendendo la punta del suo inseparabile bastone a forma di tau. da lì, la fama di nemico del diavolo e la capacità di guarire i malanni che hanno a che fare simbolicamente con il fuoco.

per me antonio è il santo e il peccatore. antonio è il fuoco che ho avuto e che sento ancora antonio è stato l’amico e la voce, la tessera di collegamento fra un gruppo di persone attorno a un tavolo. è il segno della croce, è il pane benedetto che danno in chiesa la domenica successiva al 17, che oggi si sà, in chiesa spesso non si va, ma ogni giorno c’è l’inidirizzo da prendere che arriva dall’alto.

antonio è oggi. e ricordate di non ascoltare gli animali parlare.

una curiosità qui e qui

 

17 gennaio, benedizione degli animali, giovanni manzoni, menu completi, romagna, sant'antonio abate, tradizioni, vita

Commento

  • menù impegnativo, adatto per giornate di neve come queste!
    anche se dalle 15 hanno promesso sole e io devo crederci, chè la neve mi annienta.
    mi attirano molto quelle lenticchie semplici, proprio come piacciono a me.
    ma hai notato che il pane di s antonio ha un sapore particolare? la rosetta è la solita di sempre ma quel giorno acquista diverso significato anche per il palato, quasi che “il pane benedetto” si debba percepire chiaramente e non distrattamente magiarlo.
    hai ragione, in chiesa si va poco, io preferisco entrarci quando è tutto spento e silenzioso e nessuna distrazione in giro, nemmeno il prete che parla. ho bisogno di silenzio e raccoglimento più che di prediche, ma dovrei cercarli prima dentro di me, poi altrove. e mi piacciono le messe fuori dagli schemi prestabiliti! anni fa, un prete anziano e “imparentato” con bacco, celebrava messe in ordine sparso: poteva cominciare dal “credo” e procedere a caso in una sequenza imprevedibile. un pò mi faceva tristezza ma pensavo anche se non fosse un tentativo cosciente di risvegliare i fedeli ad una maggiore attenzione.
    un altro invece, uno di quelli sempre in lotta con i superiori perchè rifiuta l’apparenza a discapito della sostanza (ed ha subito gravi conseguenze per non cedere all’autorità), mi fa venire i brividi ogni volta. comincia dalla predica e già ti stende in partenza con parole che senti scorrere nelle vene come fossero biglie gelate; prosegue con canti inusuali ma sempre azzeccati. scandalizzarsi per sentire pausini, celentano, battisti, ecc. durante le funzioni è uno sport che ormai nessuno pratica più perchè con lui “non attacca”. come la neve di oggi. per fortuna (in entrambi i casi).
    ho scritto troppo e di sicuro ho fatto confusione, vero?

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