giallo genova
ci sono arrivata passando da un cortile che sembrava un film di ozpetek, sicura di perdere il treno e stupita che esistesse persona più all’ultimo minuto di me.
ci siamo arrivate attraversando stazioni che non conoscevo e siamo state accolte da braccia aperte, sole grande e da una frase che mi ha timbrata: chiedo scusa per i genovesi, sono scortesi e ingrati. all’affermazione – esser gentili con i turisti perché portano soldi – loro rispondono: “non potrebbero spedirli?”
è la città che prima fra tutte mi ha fatto venire voglia di abitare i tetti, di vivere, sui tetti spesso sapientemente arredati
è la città che ha il mare come primo impatto ma che ricordi per le scalinate a salire e le costruzioni a muro.
è gialla genova. nelle persiane, nelle poltrone, nei muri, nelle sfumature, negli attraversamenti
è riservata. indifferente. cortese. e tanta. è anche un pochino snob.
rivedo i quartieri spagnoli di napoli fra i palazzi che si baciano in centro e nei panni stesi alle finestre, sento il vociare multilingua che mi passa accanto passeggiando, come noi, siamo noi. trovo creative installazioni e storiche canzoni girando l’angolo e faccio conoscenza con le edicole votive che mai altrove avevo notato.
allaccio le scarpe nel dormire del mattino. cercando di non far rumore e di non illudere tilly. scendo le scale. che l’ascensore lo chiamo a voce. a vuoto.
e affrontarla correndo, genova, è seguire i viali e guardare oltre, guardare indietro, non perdere l’orientamento.
quanto amo misurare le città correndo. una misura presa a piede. scoprendo metro dopo metro un obiettivo nuovo. arrivo al verde, al muro, al mare, alla chiesa, alla vecchina. al caffè. arrivo stesa al marciapiede, inciampata, fregata dal pensiero positivo che disturba chi lo sente. chiedo ghiaccio al bar, mi risponde un sorriso cortese e un sacchetto gelato. mi siedo e mi curo. sentendomi una bimba sfigata che deve sistemare le cose prima di rientrare. mi è piaciuto il giro. domani ne faccio un altro. ho tutta una città ai miei piedi. basta fissare gli obiettiviscendo per una creuza de mä, raggiungo il centro, mi infilo nei carruggi, fisso gli occhi negli occhi di chi incontro fino a strappare un saluto e passo oltre un gruppo di uomini a pedali e caschetto, genova si corre, ma non si pedala. passo dal porto al centro, dal centro al castelletto, respirando il mio sudore e l’odor di muri medioevali e la colazione mi aspetta e una tavola imbandita e quanto fa bene lasciare a casa il marito e trovarsi fra donne in una città che è donna come noi? e il suq e i tuareg e ballare e il cuscus e le ciabatte e i piedi scalzi e perpiacere facciamolo ancora. più spesso. che non siamo solo dovere.
che poi genova va vissuta con una genovese come guida. ma non una genovese qualsiasi. una di quelle che ama la sua città, la sua terra, la sua storia e la sa raccontare. con la voce e con i gesti. un privilegio che mi è concesso. grazie all’amica, a chi ci ha raggiunte, all’ospite meravigliosa, alle sue figlie e alla sua città
allora? com’è genova? non basta una volta e non sono neanche entrata all’acquario però pesci grossi li ho visti eh? e hanno il ginocchio sbucciato come me
ps
poi racconterò come si acquistano biglietti in stazione viaggiando senza.
amiche, genova, per sport, percorsi, running, scappare dalla noia, suq, viaggi, vita
Donato
Complimenti Silvia!
Un reportage di viaggio originale e divertente.
Grazie alla tua sana ironia, sia dal testo che dalle foto, traspira il “sapore” intenso e spontaneo della curiosità.
mogliedaunavita
è davvero la curiosità che mi muove. a volte pure troppo 😉
(grazie di aver commentato Donato. sono così rare le interazioni 😉
LA LUNA NERA
Genova è anche un pò altera, fa parte del suo fascino.
vorrei essere ancora lì
mogliedaunavita
ci vorrebbe più tempo, sempre. più tempo libero da tutto.
LA LUNA NERA
ma la foto con la palma potrebbe essere stata scatta dal castello d’Albertis?
che posto magico anche quello: un castello moderno, mi è piaciuto tanto.
mogliedaunavita
l’ho scattata dal punto panoramico di genova castelletto, quello in cui si prende l’ascensore. al castello d’albertis ci sono arrivata correndo. visto da sotto sembra cartapesta e mi son sentita in un lunapark 😉
LesMadeleines
Ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora ancora! È proprio così. Io ho avuto lo stesso colpo di fulmine.
La Signora mi ha chiesto Saturnia per l’autunno..vediamo se troviamo qualcosa.
Ti strabacio.
Stefania
Ci siamo mancate di una settimana…. la prossima volta un bel gruppo!!! Vero Sab?
LesMadeleines
Si Stefi cara!
mogliedaunavita
da quello che so hai trovato qualcosa eh? ma non ho capito di che signora parli 😉
Sabina
Grazie a te…ma sarai brava??? Resoconto stupendo, diario di viaggio emozionante. Mi sono commossa. Mi piace il tuo sguardo sul mondo, mi piace come lo racconti. E mi piaci tu! Ti abbraccio
mogliedaunavita
che faccio mi crogiolo nei complimenti? certo che se tu fossi più vicina mi butterei meno a terra 😉
la melagranata
Genova vista dai tuoi occhi è bellissima, come è stato bellissimo stare con voi, belle fanciulle! Il tuo modo di raccontarla la fa vivere qui, com’è e come si mostra, altera e vera, scoscesa e avvolgente, scabra ed elegante. Tornate? Ma presto!!
mogliedaunavita
ti ho già detto che sei un’ospite straordinaria? tornerei ora. ma tocca a te 😉
Maria
meraviglia! Sembra un’altra Genova.
Grazie.
Maria
mogliedaunavita
ma grazie a te di esser qui
rise of the sourdough preacher
E scrivi di Genova, la città che è stata la mia unica casa fuori di casa.
La città del cuore, che mi manca da morire…la descrivi bene.
Le tue parole sono sciutte, le frasi brevi ma cariche cariche di storia e significato.
Mi sono anche un po’ emozionata.
Grazie.
Lou
mogliedaunavita
ci sono tornata a genova. e confermo. è città che non rimane indifferente. grazie lu