11settembre01

un fatto straordinario. lo sparso dai nonni. io a spasso con sorella.
in un pomeriggio di settembre, quasi a zonzo in auto, io e lei.
rarissima occasione di spesa insieme e ridiamo e facciamo programmi per la cresima che sarà a ottobre, che sarà il 7, che sarà la moglie del padrino. perché la cresima solo il padrino riconosce?
un fatto straordinario. si è presa un pomeriggio di ferie. stiamo diventando davvero sorelle. complice la casa al mare insieme, il suo incarico alla filiale di faenza, la pausa pranzo da noi. ci fermiamo al cash&carry e anche questo è un fatto straordinario, ci ero stata solo col babbo, anni prima. le maxi confezioni di rotelle, i coccodrillini caramelle. tutto formato bar. tutto impresso a fuoco nella memoria.

arriviamo da mamma. tv accesa. NY. le immagini di un aereo che colpisce una torre. la signora con i bigodini in testa non ammette pause. finisci di tirarmi su i capelli e poi vai a vedere. io e la dada siamo annichilite davanti allo schermo. mando via lo sparso che chiede.
stomaco chiuso. testa vuota. non capisco.

oggi sul twitter girava l’hashtag #11settembre e tutti a chiedere se ci ricordiamo cosa stavamo facendo. e io. non posso fare a meno di pensare che questo 11 settembre è l’ultima cosa vera che mi rimane impressa di noi.

sorella, madre, io.

e ogni anno, in questa data, io sento nello stomaco la mancanza di sorella e mamma. e quel momento, come una premonizione di disastro, ritorna uguale.

sì. mi ricordo. l’11 settembre di tredici anni fa facevo la sorella e la figlia e con tutto l’egoismo di cui sono capace è quello che mi ricordo di più. (ed è pagina bianca sulla moleskine)

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-sì le conservo tutte e la foto di sting non c’entra, era un concerto dell’anno precedente, ma lì era e lì la lascio-

 

(l’anno in cui mi hanno rubato il portafoglio fuori dal GP di imola, mentre vinceva ralph shumacher, l’ultimo anno in lire, l’anno della cresima, la nascita di leti, il natale in cui mi sono ustionata al vapore)

oggi ero su una torre e leggendo dei ricordi altrui ho pianto come un vitello ai miei.

 

 

11 settembre, mamma, ricorrenze, sorella, torri, vita

Commenti (11)

  • Ripetitiva… ma quanto mi piace leggerti….
    Io ricordo noemi di appena un anno, eravamo a fare un saluto agli zii e alla nonna Tina.
    Ricordo un gran batticuore e lo smarrimento… che sarà di noi, di mia figlia, della nostta vita ???

  • io ero in macchina, sentivo la notizia alla radio, pomeriggio grigio e freddo. basita, attonita “che ne sarà di noi?” credo sia stata la domanda formulatasi in tante teste, in quel momemento. la consapevolezza che i nostri problemi personali fossero ben poca cosa di fronte a quella catastrofe (e non avevo ancora idea di quanto fosse vera quella affermazione).
    a distanza di tempo vedo quel giorno in maniera molto diversa. vedo la facilità con la quale ci lasciamo manipolare. aver avuto le menti di tutto il mondo fisse su quell’accadimento, nello stesso lunghissimo momento (praticamente mesi) è stata una grande vittoria per qualcuno. la dimostrazione che, “a saperci fare”, di può badare anche un gregge di notevoli dimensioni, con un solo cane.

  • a me scadeva il tempo per Carlotta, ricamavo bavaglini a punto croce ascoltando la televisione, di colpo il susseguirsi di immagini e notize, quindi mi sono sentita attanagliare da una ansia cupa per un domani fosco pieno di guerre e miserie, è questo il mondo che vedranno i miei figli, nonostante gli sforzi di chi ci mostra il superfluo, stiamo dando un mondo senza speranza e in guerra ai nostri figli, l’ansia non mi ha lasciato, ma cresce di giorno in giorno

  • L’11 settembre mia sorella compie gli anni. quest’anno sono stati cinquanta tondi tondi. E una sorella è un tesoro immenso che non perde valore. Sia che sia qui con me sia che sia lì dentro di te.

    E mia figlia vedeva i cartoni animati quel pomeriggio, e la melevisione fu interrotta dalla catostrofe. Oggi sta ultimando la tesi di laurea…vuole andare a vivere da sola…

    E davvero sono passati solo poco più di dieci anni?!—

    • avevo scelto sorella e marito, ma il parroco mi disse occorre un padrino. non mi sono documentata ulteriormente. e così mio cognato è padrino dello sparso. lo stesso che ora son titubante a chiamar cognato. lo è ancora, mio cognato? o morta la sorella, liberi tutti?

  • questa faccenda che solo il padrino maschio vale, proprio non mi va giù. Gesù è venuto a insegnare l’uguaglianza e “questi” sono i primi a fare discriminazioni!
    da piccola, la mamma mi diceva che le donne non possono toccare la tovaglia dell’altare! non sia mia, esseri immondi che siamo! e le donne in chiesa stavano chine col capo coperto e gli uomini a testa alta e tolto il cappello: il pentimento e il rispetto. il prete che mi ha battezzata aveva stabilito che le due file di panche avessero diversa funzione: a destra solo uomini, a sinistra solo donne. la forza dell’abitudine vuole che tutt’oggi, a distanza di svariati decenni dalla sua dipartita, il mescolamento non sia superiore al 30%. quando va bene.
    cognato, sorella, fratello…sono ruoli che si conquistano col cuore e durano fintanto che il cuore li riconosce. secondo me.

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