il rito
come il drappo rosso per la processione, come fare le corna se ci fanno gli auguri, come toccar ferro incontrando un carro funebre, per ferragosto è obbligatorio divertirsi. ma non il divertirsi che basta un attimo. no. ci si deve divertire organizzando tavolate chilometriche, pic-nic senza improvvisare e possibilmente niente spiaggia, niente mare (che ci sono i gavettoni, altro rito, altro regalo) ma fiume!
fiume, ma non il fiume tranquillo e ombroso, le cascatelle rigeneranti, l’accontentarsi della prima sponda, no.
ci vuole un river beach, un’area attrezzata con tavoloni, scivoli per bambini, graticole pronte all’uso e un fiume di gente che neanche al mare.che io mi chiedo: perché diavolo?
i quindici di agosto di quando ero ragazzina, erano al fiume, sì. ma un fiume non pronto ad accogliere. uno spiazzo cercato fra quelli accoglienti ma isolati e si partiva armati di graticole, tavoli da pic-nic, frigoriferi portatili e cocomero che veniva “ammollato” per primo sotto la cascatella. c’erano tutti gli amici di mamma e babbi, l’elena e minghì, l’afra e suo marito, la iolanda e il consorte e noi ragazzi che cercavamo di sfangarla fra una salsiccia e una fetta di pane tociata nel sugo. vietato il bagno troppo lontano, state attenti che si scivola, fate un riposino dopo mangiato. facciamo che passi presto.
e invece ora vorrei sentire nelle orecchie quelle voci e nel cuore quella noia del pomeriggio di ferragosto, che nell’istante in cui la felicità è il nulla da fare se non stare insieme, non ci si accorge che.
l’ultima volta che sono stata al fiume per ferragosto eravamo io e pà, mamma e babbo. lo sparso non era ancora nato e scegliemmo di certo il lamone, fiume di noi giovani sposi, che il santerno era storia da ragazzina.
e non mi ricordo cosa contenesse il frigorifero che babbo trasportava, di certo il cocomero lo portava sotto la canottiera.
e di certo l’acqua della fonte doveva essere freschissima
e dopo mangiato …il riposino obbligato (notare il ciappo per capelli)
e pà che non si sentiva obbligato faceva l’eremita pensatore, magro come uno stuzzicadenti
e grazie per questi ricordi. grazie di cuore. che tutti i figli e le figlie dovrebbero avere riti da ricordare, da ripetere con i propri figli o da inventare di nuovo, perché non passi inosservato e immemore un solo giorno. e io credo di dovere a loro se pur non avendo nulla sono contenta molto più di tanti che hanno tutto. mi hanno insegnato a godere dell’attimo.
buon ferragosto.
ps: negli ultimi anni a ferragosto io e pà facciamo passata. e passeremo anche questo.
pps: (che l’ultima volta che ho chiesto di portarmi al fiume mi han portata sull’appennino bolognese e al ristorante e ci siamo persi fra gli elfi e gli gnomi e abbiamo fatto il rally della montagna, ma fiume, niente.)
Mapy
Questi tuoi ricordi lasciano percepire la pienezza della vita che solo i riti semplici permettono di assaporare.
Bellissimo!
mogliedaunavita
grazie mapy. la semplicità è una conquista 😉
Mammamsterdam
la prossima volta scendi con Polly e ti portiamo al laghetto con le due sorgenti
mogliedaunavita
sì ti prego!
Mammamsterdam
ti faccio fare anche la passata
mogliedaunavita
ne faccio già 80 kg di mio…mi sacrificherò 😉
LA LUNA NERA
noi fiume niente, gita sui prati in zona Monte Nerone, Monte Petrano, Furlo…con annessi parenti vari. macchine zeppe di persone e cibarie, ma mica panini!!! mia madre aveva la fissa dei passatelli, passatelli in brodo, per la precisione! diceva che era l’unico primo buono anche tiepido e che non si scuoce neanche nell’ammollo prolungato nel brodo. diceva, e dice ancora.
una volta eravamo davvero in tanti e si è optato per grotte di frasassi e pranzo al ristorante (il cameriere mi rovesciò addosso tagliatelle al ragù, tanto per santificare le feste). Però io non ho piacevoli ricordi di quelle accozzaglie di genti. Tranne di quella volta che il nonno, in un colpo solo, ha tagliato fetta di carne, piatto di plastica e pantaloni.
conservo il ricordo della noia che provavo, della mancanza di senso che notavo nell’andare a fare cose scomode, come mangiare seduti per terra, lontani da casa….Si capisce, vero, che non ho molto senso dell’avventura?
mogliedaunavita
ahahah, mi sembri paolo, che non sopporta i picnic mentre io li farei anche in giardino. passatelli a ferragosto? ma ma ma… 🙂