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la mnestra imbraghéda o del risotto imbragato

febbraio, ma un febbraio dispettoso che non vuole essere inverno.
e, come gennaio nei giorni della merla, alza le temperature fino a sembrare marzo.
e il carnevale corto, che la pasqua è bassa;
e la porchetta al circolo che, da vent’anni, è tradizione nella serata che precede il martedì grasso;
e l’amico, vicino, il massimo esperto, apre il cortile per condividere il maiale che non diventerà porchetta: la costa in graticola, le ossa da brodo e i ritagli da risotto.

un risotto povero e buono come i piatti che arrivano dal nostro passato.
dalle tavole che si dovevano arrangiare con quel che c’era.
la ricetta è molto simile a quella che potete trovare nel ricettario di cui spesso parlo, “così si mangiava in romagna di giovanni manzoni”, fa parte del pranzo del giorno di sant’antonio abate, ecco come nasce la

mnestra imbragheda (risotto imbragato)

ingredienti:

  • ossa di collo di maiale
  • cipolla sedano carota
  • sale, chiodo di garofano, acqua
  • riso
  • un uovo

preparazione:

fare un brodo con le ossa e gli odori, lasciare cuocere almeno 4 ore e poi filtrare.
misurare il riso in quantità di tre cucchiai per ogni commensale e cuocerlo nel brodo che dovrà essere il doppio del peso del riso. lasciar cuocere fino a quando non abbia assorbito quasi tutto il liquido ma sia al dente. a questo punto, in una ciotola, sbattere un uovo che andrà versato nel piatto caldo che contiene il riso. parmigiano a piacere, servire, gustare caldo.

mnestra imbragheda o minestra maritata

terminato il riso, ho recuperato le ossa dal brodo, le ho messe sul piatto da portata ed è stato a questo punto che mi sono accorta che:
io. sono. mia madre.
come lei, ho iniziato a piluccare le ossa e i nervetti, uno via l’altro, fino a quando non ho lasciato nel piatto solo reperti archeologi, buoni solo per la prossima indagine del ris di parma. sì avvocato, il maiale era buono e lo abbiamo ucciso. no avvocato, non le dirò chi erano i complici, ma se vuole, alla prossima porchetta, le tengo due ossa, si prepari una minestra imbragata, di quelle che fanno rivivere i morti. 

reperti

e come sempre grazie alla generosità dei vicini di casa, di massimo e del maiale.

ps: avrei voluto, con questa ricetta, partecipare alla settimana del maiale dell’associazione italiana aifb, progetto calendario del cibo italiano, settimana gestita da corrado tumminelli, ma a quanto pare il mio orologio ha un buco e il tempo ci finisce dentro.

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