fuori fase

mascherine come arbre magique

penzolano. dagli specchietti retrovisori delle auto, come vecchi profumatori nostalgici.
obbligatori simboli di questi mesi di pandemia globale. inutile trofeo.

la indosso per obbligatorietà, ma la distanza è la cosa che preferisco.
non quella inutile e assurda fra congiunti o amici che sai come stan di salute e sai che vita han fatto dal 26 febbraio ad oggi.
la distanza fra me e il resto del mondo che non conosco. basta un metro.
non ti verrò a cercare. non ti getterò le braccia al collo e non cercherò di baciarti. e se ti incrocio mentre pedalo a viso scoperto per favore non sputare, non starnutirmi in faccia e non guardarmi male perché non indosso la mascherina, mi allontano ancora un po’, rallento, o pedalo più forte.
la mascherina, mentre sono all’aria aperta per i cavoli miei, io non la metto.
la porto con me, per rispetto, ma non la indosso.

individuale egoismo

abbiamo uno strano concetto di individuale.
è individuale la libertà, individuale la scelta, ma diventa difficile la passeggiata individuale o l’allenamento, consentito dal 4 maggio, rispettato quasi mai. ha vinto l’egoismo individuale. faccio quello che mi pare.

e se tutti abbiamo pensato che il momento storico che abbiamo vissuto, che stiamo ancora vivendo, ci avrebbe potuto insegnare qualcosa, ci avrebbe cambiati, ecco…abbiamo fatto molto presto a tornare sul nostro individuale pensiero: siamo cambiati stocazzo. se possibile siamo peggiorati.

mi mancheranno

  • il silenzio della provinciale la domenica. così assoluto. così evidente
  • l’odore di aria pulita che avvertivo pedalando quando uscivo per la spesa
  • le conversazioni pennute che prendevano il sopravvento su tutto
  • le camminate verso la parrocchia, così solitarie e così preziose
  • il rito delle 18 del vicino. puntuale l’inno, la marcia e la caselli che cantava 100 giorni (ci siam fermati prima roberto)
  • il sentirsi tutti approssimativi, appesi, sospesi
  • la sensazione dell’attimo. quello che non puoi davvero perderti
  • i vestiti che non mi vanno più bene
  • le dirett…ehm, temo continueranno. ci hanno emozionato, divertito, salvato. poi qualcuno ci ha preso gusto (e chi sono io per dire le dirette non sono per tutti?

spero che

  • non si torni a vivere per quello che faremo dopo ma per quello che faccio adesso (intendo tutti, non solo io)
  • la smettano quelli che puntano i dito, che si vede, non è neanche carico
  • non si torni davvero all’usa e getta plasticoso come in questi giorni, che fra mascherine, guanti, bicchierini e robe per l’asporto, quanto avevamo fatto prima è risultato inutile
  • continuiamo a rimanere in fila ordinatamente
  • non si incentivi di nuovo il traffico auto, ma lo vedete quanto è bella la bici? ci volevate andare solo quando era vietato?
  • si recuperi il piacere del nulla. che è molto più importante del non trovo.
  • la smettiamo di fare gli asini (e chiedo scusa agli asini)


corona virus, fase 2

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