14 anni . una vita

ci separavano 13 anni e 3 mesi. ma erano 14 se contati per date. sei arrivata prima tu e io ho passato il mio tempo a rincorrerti. non sono mai riuscita a prenderti. scrivevi alla befana per avere in dono una sorella e incredibilmente io sono nata la notte del 5 gennaio. e quando mi hai vista non mi volevi più. troppo piccola, troppo nera, troppo tardi. i tuoi 14 anni appena compiuti e la necissità di farmi spazio non andavano d’accordo con l’età più difficile di una ragazzina, anche se erano altri anni, forse proprio perchè erano altri anni. il collegio nei primi mesi e poi le pappe che dovevi farmi ingurgitare sennò non potevi uscire e poi le bistecche che buttavi ai cani e si mamma, ha mangiato tutto! e io che crescevo e volevo solo te. e tu che crescevi e volevi tutti tranne me. tu e le tue amiche in giro per casa, vi spiavo, volevo essere anche io con voi, tu e le altre nel salotto a fumare, a parlare, a tingervi i capelli. io che sospiravo attenzioni. tu e i festini con la musica dei rolling stones e il ballo di simone. le luci abbassate e la porta chiusa. non era mai il mio momento. tu e il tuo ragazzo. il canarino che mi regalò per comprare la mia complicità, o il mio affetto. ti sei sposata che io avevo 9 anni. come facevo a prenderti…e poi sei andata via. per fortuna c’erano le domeniche di rito. e poi la tua separazione, finalmente eri con me. complice e confidente. non mi sembrava vero. 14 anni più di tuo figlio che cullavo mentre facevo i compiti, come una storia che si ripete. i nostri percorsi con la 500, cambio a doppietta. mi portavi a scuola e poi andavi al lavoro e non sono mai stata così felice e orgogliosa di avere una sorella. non ti avevo mai avuta e sentita così vicina. ci riunivamo nel bagno io, tu e la mamma. sedute sulla vasca e sullo sgabello, nella stanza più calda della casa a considerare gli uomini, i ragazzi e i mariti che avevano sbagliato. e mamma che dispensava consigli conditi da risate e lacrime. e che ti diceva se lo ami perdonalo, sennò questa è casa tua. e io che non volevo perderti di nuovo. e invce ancora una volta ti allontanavi. e altre distanze e altre compagnie e tante altre volte che avrei voluto essere io ma erano altre le tue amiche del cuore. fino al tuo trasferimento nella mia città quando già adulte e con vite che non erano parallele, abbiamo iniziato a conoscerci. e a ritrovarci. io ti ho ritrovata e finalmente mi sembrava di esserci riuscita a conquistarti. e finalmente avevamo giorni da passare insieme. e vacanze da condividere e parole da spendere. è la vità che mi ha dato una sorella nell’attimo in cui stavo per perderla. la malattia. lo sconcerto. le maledette sigarette. le parole del medico. che mai potrò perdonare. come non riesco a perdonare te che te ne sei andata. e me che ti ho lasciata andare dopo un anno e mezzo di cure inutili e di speranze negate.  e oggi, il tuo compleanno, lo ricordo con il piatto che mi hai fatto scoprire tu.

passato di ceci e passatelli (la ricetta domani, oggi non c’ho voglia)

ps: adesso lo so che riuscirò a prenderti.

cancro al polmone, compleanni, le mie ricette, sorella

Commenti (14)

  • e’ il nomignolo con cui mi chiama mio fratello e che ha 11 anni in meno di me’ e che avevo tanto desiderato da piccola , a cui ho fatto da mamma proprio come lo ha fatto tua sorella e che era tanto antipatico quando raccontava a mamma che avevo fumato le sigarette o che avevo il filarino. A me mancano gli anni che non abbiamo passato insieme perche’ anche io mi sono sposata che lui aveva 12 anni pero’ sono piu’ fortunata perche’ se ho 1 botta di nostalgia suono al campanello e me lo abbraccio forte.

  • dietro ognuna di noi c’è una storia…ma il bello è che per fortuna ce ne sarà una anche davanti. ps: mentre sono finalmente uscita a correre pensavo…ma se io vengo a Roma un giorno tu mi accompagni da Sforno?

  • Una settimana con il modem rotto…

    Oggi torno qui e trovo il post che non avevi ancora scritto ma che avevi sempre avuto dentro.

    Non so come ma ci sei riuscita a scriverlo…

    Forse io non sarei stata capace, avevo detto che non era vero che il dolore si potesse condividere ma mi sbagliavo: il tuo è denso, si sente, si tocca, entra dentro…

    Non so come sia possibile: non ti conosco…eppure sento davvero quanto sia presente ed incolmabile la sua assenza…

    • sono persino arrivata a preoccuparmi. e questo testimonia come certi “incontri” empatici siano reali. e come io non riesca a vivere con la leggerezza di altri. io mi lego. e si, Virò (lo hai scelto apposta il marchio della chiave? quella che mi chiude l’ufficio) ho scritto parole simili a queste in tutte le agende di questi 6 anni, sempre diverse, per prendere coscienza della mancanza ma non riesco ancora a esorcizzarla ed è una mancanza diversa, più colpevole, rispetto a quella di mamma.
      prenditi un modem di riserva così non sto in ansia 🙂

  • Più che un modem di riserva cambierò gestore: detesto la Telecom ed i call center dove ragazzini sottopagati fingono competenze che non hanno…

    Ma lo sai che ci avevo fatto caso da poco che ho un nick uguale alla marca dei lucchetti!?

    Comunque hai ragione su quanto siano sorprendenti ed intensi i legami virtuali: stento a crederci anch’io, normalmente razionale e concreta…

    • son tutti uguali i gestori. non si salva nessuno e si salvi chi può. da telecom a fast web e poi il migliore è stato virgilio (che non esistepiù) da vodafone a tim con costi lievitati perchè? mah…e se cominciamo a parlare di incompetenti…guarda farò un post tutto per loro.

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