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love bag ovvero che borsa l’amore!

ho l’impressione di vivere in una sit com. le nostre conversazioni sono così assurde e così poco convenzionali che non mi stupirei di trovare delle telecamere nascoste e di vedermi poi trasmessa sul digitale. e non mi sono neanche truccata! non ce la posso fare. ho concesso troppi capricci ai bambini e non riesco più a educarli. e così finisce che ogni giorno in casa si mangia “a la carte” pranzo ore 13e45 – 14 e io devo scegliere: una pasta e un muso lungo alternato. poi, entrambi, sono diventati bravissimi nello scavalco del pattume. il sacco, dove lo metto lo metto, viene accuratamente evitato, dribblato, ignorato; stessa sorte agli oggetti sulle scale, per esempio ho denatalizzato la casa. 5 scatoloni da portare per 4 rampe di scale. chi lo fa? se non lo faccio io nessuno. perchè il natale è una cosa mia. lo sparso si prepara il pranzo? col telefono attaccato all’orecchio muove gli arti e il cervello sotto dettatura poi lo scollega e lascia sul bancone: avanzo di sugo a seccare, parmigiano sul tagliere, piatto sporco in bilico. io mi lamento in diretta e le risposte mi fanno rabbrividire. loro si lamentano a turno, in differita. io sono il sacco del pugile. ecco perchè a volte ho lividi che non ricordo di essermi procurata. e nel bel mezzo di una litigata, nella quale entrambi cerchiamo di sovrastare il suono della televisione salta fuori una risata e allora si tira avanti. fino al prossimo coltello.

ieri in trasferta per lavoro e per la seconda volta in pochi giorni…tutto il settimo piano della rinascente di milano non è bastato alla mia metà che ha scelto mc donald’s per pranzare. io ho nuovamente evitato preferendo uno spuntino da princi che mi affascina sempre e dove, come sempre, non riesco a scegliere da che parte iniziare.

bambini, lamentiamoci, ma-rito, milano, mio figlio, percorsi, sconfitta, sosta, viaggi

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