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attendere prego…

la chiamata sarà trasf…(click) non ce la faccio. siete in attesa di essere collegati con l’interno desid…(click) ecco. mi hanno rovinato il piacere dell’attesa. il momento pieno di tutto quello che ci si aspetta, l’attimo in cui ancora tutto deve divenire. che il senso dell’attesa, prime dell’era risponditori, era anche piacevole. si rimaneva all’apparecchio ad aspettare che la persona arrivasse a rispondere. si sentivano i rumori casalinghi, la tv in sottofondo, spesso si sentivano i commenti sottovoce…chi è? non lo so! ma perchè non l’hai chiesto? ma chiedilo tu! e intanto dall’altro capo del filo il sorriso di chi ascolta e poi poteva capitare che la persona cercata si dimenticasse proprio di venire al telefono e allora restare alla cornetta era come ascoltare la televisione. era uno spiare la vita altrui. come il medico che risponde e finisce di parlare con il paziente che ha di fronte. “ecco signora prenda le pastiglie a stomaco pieno, no, non quando ha mangiato troppo, quando ha finito. pronto?

invece adesso si parla più spesso con un  chip che fornisce indicazioni precise. per parlare con l’amministrazione digiti 1. digiti 1. digiti…inutile arrabbiarsi. inutile aspettare. meglio mandare una mail. e aspettare trepidanti la risposta.

ma camminando sul marciapiede alzare gli occhi su una finestra aperta, restare incantati a guardare il gioco di luci alle pareti, la scelta dei quadri, le persone che si intravedono…immaginare la vita altrui…è come restare ad aspettare al telefono che una voce arrivi, come guardare la persona che conosci da sempre mentre dorme coperto all’inverosimile e pensare che siamo pazzi se aspettiamo di accendere il termosifone solo per prolungare il senso di attesa e la gioia per l’attimo che sarà.

lamentiamoci, le mie ricette, manie

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