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nome di nascita

ebro, nives, mercedes, jader, italia, iole, iones, torquato, leandro, adelfo, athos, alvidio,  jole, rosmino, efrem, bice, spedito, alvaro, olindo, domenica, medardo, ricco, igor, vladimiro, vanda…sono solo alcuni dei nomi che ricordo della mia infanzia. soffro di questa cosa che mi tiene ancorata al passato, conservo momenti come un tesoro, l’unico vero, della giovinezza trascorsa in paese. quando non c’era bisogno di niente. quando tutto quello che volevamo era a portata di mamma. i vecchi del paese, le cugine che si presentavano a sorpresa, gli inverni lunghi come questi giorni di neve che mi riportano davvero a quando la neve era normale, la stufa economica scaldava il ferro, l’acqua e il brodo, quando gli scalferotti di lana erano l’abitudine e il darsi la voce era un richiamo e un saluto. col badile si spalava, con la stufa ci si scaldava, si cucinava, si faceva trebbo. e si parlava della nives, di jader, rosmino non era venuto a scuola e ricco chiamava dal cortile. la mercedes era una signora dal capelli grossi, la iones era di bagnacavallo. che sempre si legava il nome al paese o al marito o alla famiglia. questa situazione di emergenza che si è venuta a creare in romagna, ha avvicinato le persone (per ora) ha riportato i ragazzi a dare un mano, a badilate, insieme a mamma e papà, ha portato le persone a fare la loro parte per la comunità. questa volta ci ha pensato il sindaco a chiederlo, una volta non era necessario. però è un inizio buono. un modo per affrontare sacrifici. e i bambini, mi è sembrato di sentirlo, si chiamano di nuovo pietro, giacomo, enrico e se i corsi e i ricorsi della storia sono veri, torniamo a un tempo difficile ma più condiviso

a questo proposito nella seconda domenica consecutiva agli arresti domiciliari ho infornato una focaccia, pizza, schiacciata e insomma di quanti nomi e di quante ricette questa era così:

200 gr di manitoba, 300 gr di farina 0, 15 gr di lievito di birra fresco, una punta di malto, acqua tiepida qb, due cucchiai di olio evo, due cucchiaini di sale integrale di cervia fino e per guarnire sale integrale di cervia grosso rosmarino sotto neve, olio di brisighella.

alle 15 ho preparato il lievitino mescolando lievito, malto, 100 cc di acqua due cucchiai di farina. ho messo in forno spento per due ore e poi l’ho aggiuto a tutti gli altri ingredienti tenendo il sale per ultimo. Ho fatto andare il ka con il gancio a velocita 1 per mescolare lievitino e farina, aggiunto olio, acqua (circa 200 cc) e infine il sale, poi ho laciato andare per 10 minuti a velocità 3. messo di nuovo in forno spento, coperto da canovaccio umido e caldo. l’ho poi stesa nella teglia unta, con le mani unte, rimessa in forno spento per un’ora e mezza, poi ho acceso forno, fatto buchini, messo olio, sale e rosmarino  e infornata a 250 gradi ventilato fino a cottura a vista.

mortadella, salsiccia secca, pecorino tenero. buona cena in nome della semplicità.

l’ho già scritto che mi devo ancora abituare a questo nuovo blog? non sono sicura di sentirmi a casa. sono ancora in viaggio credo. fra il vecchio e il nuovo…

focaccia, inverno, le mie ricette, neve, nomi, pane e lievitati, pizza bianca

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